Brano: Scialoja, Vittorio

al 1923; nel 1927 fu nominato ministro di Stato.

Ebbe un ruolo nelle trattative connesse alla vicenda del colpo di mano di Gabriele D’Annunzio a Fiume

(1919), poi nell’intesa con la Jugoslavia sulla questione dei confini orientali dell'Italia nella Venezia Giulia, destinata a essere regolata dal Trattato di Rapallo (v.) del novembre 1920.

Tipico rappresentante di un conservatorismo di destra in cui la componente nazionalistica oscurava di gran lunga le pretese aspirazioni liberali, fu tra gli esponenti della vecchia classe dirigente che si piegarono al fascismo con indecorosa rinuncia a ogni vantata pregiudiziale di rispetto dello Stato di diritto e delle sempre invocate tradizioni del liberalismo cavourtano.

M.Gì.

Scilipoti, Giovanni

N. a Reggio Calabria il 10.3.1905; barbiere.

Militante nella Gioventù socialista, nel 1921 aderì al Partito comunista e lavorò attivamente per la costituzio[...]

Brano: [...]nunzio potè così installarsi tranquillamente al potere, organizzare un piccolo esercito che arrivò ad avere circa 4.000 uomini, compiere atti di pirateria contro navi commerciali in transito, istituire una vera e propria dittatura personale ammantata di grottesco istrionismo.

Il protagonismo dannunziano dominò per parecchi mesi la scena fiumana e potè essere sfruttato dal governo di Roma per concludere con la Jugoslavia, nel novembre 1920, il Trattato di Rapallo (v.). Poche settimane dopo la firma di tale accordo, il “comandantepoeta” e i suoi legionari furono sbrigativamente tolti

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Brano: Reggenza de! Carnaro

caricato dal generale Amante di far sottoscrivere l’atto di capitolazione: cessava così di fatto lo Stato libero e indipendente di Fiume. Calpestato e annullato l’art. 4 del Trattato di Rapallo, due anni dopo Fiume veniva annessa all’Italia fascista.

E.Ni.

Reggiani, Carlo

N. a San Giorgio di Mantova il 29.7.

1885, m. a Milano il 18.3.1967; operaio.

Autodidatta, iscritto al P.S.I. dal 1902, negli anni del primo dopoguerra fu tra i dirigenti socialisti milanesi, esponente della frazione massimalista e poi in quella terzinternazionalista. Con quest’ultima entrò nel Partito comunista dall’estate 1924.

A Milano fu tra i più attivi quadri del P.C. d’I. e nel 1926 fece parte della delegazione italiana al VII Plenum deH’Intemazionale comunista. Nel novembre 1926, essendo s[...]

Brano: [...] definitiva. Le pressioni esercitate dal premier francese Millerand e dal britannico Lloyd George sul capo di governo jugoslavo Vesnic e, soprattutto, l’elezione di un nuovo presidente U.S.A. (il repubblicano Harding) indebolirono fortemente la posizione di Belgrado. Per di più, T8.9.1920 D’Annunzio costituì a Fiume un governo (la “Reggenza del Carnaro”), rivendi

candone l’estensione a tutti gli antichi territori veneti della Dalmazia. Con il Trattato di Rapallo, si volle dunque porre fine alle tensioni italojugoslave fissando la frontiera italiana ben più a oriente di quanto previsto dalla “linea Wilson”. In cambio, l’Italia rinunciava alla Dalmazia, salvo Zara e le isole di Cherso, Lussino, Lagosta, Pelagosa. Secondo il Trattato, Fiume doveva restare indipendente.

Quando vennero rese note le clausole del Trattato, grandi proteste si ebbero, per opposti motivi, sia in Italia che in Jugoslavia. Il risentimento nazionale crebbe in ambedue i paesi e venne alimentato dalle vicende successive che coinvolsero Fiume: D’Annunzio, invitato dal generale Ca[...]

Brano: [...] del Partito popolare), dopo la loro costituzione in partito, nel gennaio 1921, furono soprattutto i comunisti.

La sopraffazione vedeva sempre più spesso affiancati agli squadristi le Guardie regie, la polizia, reparti dsil’esercito e, dopo gli scontri, la magistratura. Quattro dei numerosi antifascisti arrestati dopo l’episodio di Carnizza morirono per le sevizie subite in carcere.

Elezioni del 1921

Le elezioni del 1921 (6 mesi dopo il Trattato di Rapallo che aveva assegnato l’Istria all’Italia) si svolsero in un’atmosfera di esaltazione nazionalistica tra la popolazione italiana e di scatenate violenze squadristiche nei confronti degli antifascisti, tanto italiani che slavi. I risultati elettorali non furono quindi attendibili, quanto ai rapporti tra forze democratiche e blocco conservatorenazionalistico capeggiato dai fascisti. A quest’ultimo avevano aderito, in quell’atmosfera accesa, anche personalità tradizionalmente democratiche come il sacerdote liberaleggiante Giovanni Pesante e l’esponente socialdemocratico Antonio De Berti. L’esito d[...]